Il filottete di Sofocle. Una riflessione su vulnerabilità e politica

AutorAlessandra Grompi
CargoDocente di scienze umane presso gli Istituti di scuola secondaria superiore, Italia
Páginas77-103
Periódico do Núcleo de Estudos e Pesquisas sobre Gênero e Direito
Centro de Ciências Jurídicas - Universidade Federal da Paraíba
V. 5 - Nº 03 - Ano 2016 International Journal
ISSN | 2179-7137 | http://periodicos.ufpb.br/ojs2/index.php/ged/index
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DOI: 10.18351/2179-7137/ged.v5n3p77-103
IL FILOTTETE DI SOFOCLE: UNA RIFLESSIONE SU VULNERABILITÀ
E POLITICA
Alessandra Grompi1
Abstract: Sophocles’ Philoctetes is a play
about vulnerability. The wretched hero
became the symbol of human frailty. The
social vulnerability adds to the ontological
vulnerability, when Philoctetes’ companions
abandoned him in Lemno for ten years,
because of his smelly wound and loud cries.
But Atrides needed Philoctetes and his bow
for winning Troy war. The plot of Odysseus
of taking back Philoctetes to Troy with the
understanding of young Neoptolemus is
foiled because of the pity arisen in the young
man from his encounter with wounded
Philoctetes. The discovery of vulnerability
will be the source of new duties and a new
moral approach, and it will lead to abandon
political utilitarianism, inaugurating an ethic
approach based on care. Heracles final
apparition shows that care for vulnerability
and political utility can coexist, if the former
1 Alessandra Grompi è docente di scienze umane presso gli Istituti di scuola secondaria sup eriore (Italia). email:
algrompi@tin.it.
2 Il Filottete è messo in scena da Sofocle nel 409 aέCέ δ’antefatto narra che durante il viaggio dell’esercito Acheo
verso Troia, Filottete viene morso a un piede dal serpente sacro alla dea Crise: la ferita inguaribile lo rende inadatto
alla vita sociale, e viene abbandonato d agli Atridi e da τdisseo sull’isola di δemnoέ σove anni dopo, una profezia
helps to achieve inclusion, and the latter
doesn’t exploit the other for its own ends.
Keywords: Philoctetes, Political,
Vulnerability, Care
La rimozione collettiva della vulnerabilità
Filottete è divenuto l’emblema del
soggetto vulnerabile. A motivo delle sue
condizioni, infatti, è abbandonato per ben due
volte, ingannato intenzionalmente e derubato
del suo bene più prezioso, l’arcoέ δa sua
riammissione nella comunità è però richiesta
da urgenti ragioni di realismo politico: la
sconfitta della città di Troia da parte dei
Greciέ Il sorgere dell’amicizia sincera tra lui e
Neottolemo romperà gli schemi del piano
fraudolento, anche se è solo l’intervento
finale di Eracle in veste di deus ex machina
che condurrà Filottete a più miti consigli e lo
convincerà, infine, a piegarsi alle esigenze
politiche e al volere divino2. I personaggi
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della tragedia, fondamentalmente tre,
Odisseo, Neottolemo e Filottete, assommano
le molte sfumature dell’animo umano, così
come la tragedia greca ci ha tramandato
magistralmente (Nussbaum, 1996). Il primo
oscilla tra l’astuzia impietosa, non scevra di
rammarico, e il senso di responsabilità per la
vitale missione da compiere; il secondo, tra
l’ambizione giovanile dei sogni di gloria e la
crisi che porta a maturazione la coscienza; il
terzo, infine, tra la sopportazione
dell’indicibile dolore e la rabbia impotente,
mista a un profondo senso di ingiustizia e
tendenza alla vittimizzazione di sé3. È però
possibile leggere la vicenda narrata da
Sofocle anche nei termini di una critica
sociale, che, attraverso la vulnerabilità del
annuncia che senza Filottete e il suo arco divino,
dono di Eracle, Troia non cadrà. Il dramma di
Sofocle si apre con Odisseo che, accompagnato dal
giovanissimo Neottolemo, figlio di Achille, si trova
segretamente a δemno per catturare con l’inganno
Filottete e l’arcoέ Temendo che vedendolo,
Filottete rifiuti ogni collaborazione, Ulisse istruisce
σeottolemo nell’inganno architettatoέ σeottolemo
dapprima rifiuta in nome dei principi morali, poi
accetta e conquista la fiducia di Filottete, nonché
l’arco, consegnatogli dallo stesso Filottete durante
un accesso del male. Tuttavia, Neottolemo è
rimasto così ammirato dalla straordinaria forza
esistenziale di Filottete che, sull’onda di una crisi
di coscienza, rivela la verità ed è pronto a rendergli
l’arco, ma τdisseo interviene, impedendo la
restituzione. I tentativi di persuasione rivolti a
Filottete e i suoi lamenti non sortiscono effetto e
l’eroe è di nuovo abbandonato a se stesso, questa
volta senza l’arco, condannandolo così a morte
certa. La crisi morale cui va incontro Neottolemo
protagonista, mette in evidenza i limiti e le
reali intenzioni di una comunità che si auto-
rappresenta scevra da questo attributo. A uno
sguardo più attento, emerge come proprio la
vulnerabilità metta a nudo la trama e faccia
fallire l’azione basata sul puro interesse,
anche se quello altissimo e nobile della
vittoria di un intero popolo, mettendo al suo
posto la relazione amicale tra un “io” e un
“tu”έ δ’apparente risultato è quello di una
cesura tra la dimensione persona le della
vulnerabilità e quella pubblica dell’azione
politica, lo spazio dei molti, che a seconda
degli scopi si serve dello sfortunato o lo
abbandona a se stesso.
Secondo Erinn Cέ Gilson, “la vulnerabilità
è inquietante”, in quanto ci espone alla
però lo induce a diso bbedire a Odisseo e a rendere
l’arco a Filotteteέ τdisseo, mi nacciato, esce di
scena e dall’azione del drammaέ σeottolemo cerca
ancora, invano, di persuadere Filottete a imbarcarsi
per T roia, ma è Neottolemo invece ad essere
persuaso da Filottete a lasciare l’impresa e
l’esercito Acheo, e tornare in Greciaέ δ’intervento
di Eracle in veste di deus ex machina li esorta a
dirigersi a Troia e partecipare alla guerra. La
leggenda di Filottete ha una lu nga tradizione e
illustri precedenti letterari, tra cui quelli di Eschilo
e Euripide, le cui opere però non ci sono pervenute.
3 La letteratura su So focle è sterminata. Non ho la
pretesa di aver letto tutto ciò che lo riguarda. Senza
addentrarmi in questo fi tto universo critico, mi
limiterò a citare st udi generali e articoli o libri che
hanno isp irato e guidato l’interpretazione che qui
propongoέ δa traduzione dall’inglese dei testi in
lingua originale è mia.

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