Il problema del sovraffollamento carcerario in Italia

AutorJanaína Thaddeu Calil Freitas
CargoAdvogada e doutoranda em Sistemi punitivi e garanzie costituzionali pela Scuola Dottorale Internazionale 'Tullio Ascarelli' da Università degli Studi Roma 3
Páginas112-135
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Revista da Faculdade de Direito da FMP – nº 10, 2015, p. 112-135
IL PROBLEMA DEL SOVRAFFOLLAMENTO CARCERARIO IN ITALIA:
gli eetti della sentenza torreggiani nell’ordinamento giuridico
italiano
Janaína Thaddeu Calil de Freitas*1
Riassunto: Il presente saggio analizza il problema del sovraffollamento carcerário in Italia tenendo
in conto la Sentenza della Corte di Strasburgo che ha condannato lo Stato italiano per aver disatteso
l’art. 3 della Convenzione EDU. I ricorrenti hanno avuto una pena che non rispettava gli standard
europei, dimostrandosi contraria al principio della dignità umana disciplinato nell’art. 27, comma III
della Carta Costituzionale italiana.
Resumo: O presente artigo analisa o problema da superpopulação carcerária na Itália a partir da
sentença da Corte de Estrasburgo que condenou o Estado italiano por desrespeitar o art. 3 da
Convenção Europeia dos Direitos Humanos. Os recorrentes tiveram uma pena que não respeitava
os standards europeus, demonstrando-se contrária ao princípio da dignidade da pessoa humana
disciplinado pelo art. 27, § 3 da Carta Constitucional italiana.
Sommario: Introduzione. 1. La sentenza Torreggiani. 2. Le misure approvate nell’ordinamento giuri-
dico italiano a seguito della sentenza Torreggiani. 3. La questione carcerária e la funzione della pena
nell’ordinamento giuridico italiano. Conclusione.
Introduzione
Gli ultimi venticinque anni dell’esperienza giuridica italiana sono stati seg-
nati da un consistente aumento della popolazione carceraria italiana e tale ten-
denza si è mantenuta no ai giorni di oggi. Se pensiamo che nel 1991 i detenuti
erano circa 31.000 e che nel 2010 hanno superato i 66.000 notiamo che in venti
anni la popolazione carceraria è più che raddoppiata.
L’indicatore del sovraffollamento, il cd. “tasso di densità carceraria”, evi-
denzia una costante e preoccupante crescita del numero dei detenuti, che ecce-
de la capienza regolamentare degli istituti penitenziari.
La ragione di questo notevole aumento è probabilmente dovuta al cres-
cente ricorso alla pena detentiva da parte del legislatore ed al conseguente
allontanamento dal cd. modello penitenziario europeo ispirato sul principio della
*1Advogada e doutoranda em Sistemi punitivi e garanzie costituzionali pela Scuola Dottorale Inter-
nazionale ‘Tullio Ascarelli’ da Università degli Studi Roma 3.
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funzione rieducativa della pena1 e alla tutela della dignità umana. Allontanandosi
da tale modello, lo Stato, in contrasto con la sua natura di Stato di diritto, ha mes-
so in secondo piano la garanzia dei diritti fondamentali inderogabile nei confronti
di chi fa ingresso nelle sue carceri.2
Tale situazione si traduce nella cristallizzazione di condizioni carcerarie
molto oltre il limite del rispetto delle esigenze garantite dalla Convenzione Euro-
pea dei Diritti dell’Uomo3 e dalla Costituzione italiana, su cui si tornerà presto: le
carceri non sono soltanto sovraffollate, ma spesso mancano anche le adeguate
condizioni igieniche, aggravando la drammaticità del quadro.
Nel mese di gennaio 2014 i detenuti in Italia erano in 61.4494, a fronte di
una capienza regolamentare di 47.711: di essi 21.167 erano stranieri e 23.923
erano in custodia cautelare e circa il 45% dei detenuti condannati in via denitiva
scontava pene inferiori ai cinque anni.
Confrontando le statistiche italiane con quelle europee emerge che la
nostra realtà penitenziaria si caratterizza per due elementi: la massiccia pre-
senza di imputati tra i detenuti (che rappresentano circa il 33% del totale dei
detenuti, contro una media europea del 20%) e l’intensità del sovraffollamento
carcerario.5
Per quanto riguarda il tasso di sovraffollamento (rapporto tra il numero di
posti disponibili all’interno degli istituti e numero dei detenuti), l’Italia si trova al
penultimo posto tra i paesi del Consiglio d’Europa, seguita dalla Serbia che è
all’ultimo posto.
Un altro dato che rappresenta un signicativo campanello d’allarme è ra-
ppresentato dall’altissimo tasso di suicidi dentro le nostre carceri, che è nove
volte più alto rispetto a quello dei soggetti liberi.
Di fronte a questa situazione sarebbe necessario procedere ad una più
convinta lettura in chiave costituzionale della fase di esecuzione della pena, rico-
1 V. Barretta, L. Il sovraffollamento carcerario tra protezione dei diritti fondamentali e discreziona-
lità legislativa (nota a Corte Cost. 279/2013), in www.osservatorioaic.it, 2014; Della Bella, A., Inter-
vento al convegno di Milano “Sovraffollamento carcerario e alternative alla detenzione. Esperienze
europee a confronto” in www.penalecontemporaneo.it, 2015.
2 Della Morte, G., La situazione carceraria italiana viola strutturalmente gli standard sui diritti
umani (a margine della sentenza Torreggiani c. Italia), in diritti umani e diritto internazionale, vol. 7,
2013, n. 1.
3 Delmas-Marty, M. (a cura di), Verso un’europa dei diritti dell’uomo. Ragion di Stato e diritti umani
nel sistema della Convenzione europea, Cedam, 1994.
4 Statische consultabili su www.giustizia.it.
5 Della Bella, A., L’esperienza italiana. Atti del convegno sul sovraffollamento carcerario e alter-
native alla detenzione: esperienze europee a confronto. Dialogo tra Italia, Belgio, Francia, Polonia,
Romania e Spagna, in www.penalecontemporaneo.it, 2015.
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