Mobile banking in Italia

AutorMartina Cavaliere
Páginas129-144

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Mobile banking in Italia

L’evoluzione che ha contraddistinto negli ultimi anni il settore dei pagamenti trae origini da variegati fattori, riconducibili principalmente alla digitalizzazione, alla crescita dell’e-commerce e agli inarrestabili progressi tecnologici i quali continuano a condizionare in modo sempre più pervasivo il sistema degli strumenti di pagamento.

L’economia mondiale e la struttura dei mercati interni ed internazionali sta mutando a grande velocità diventando sempre più innovativa e tale da riuscire ad insediarsi nei processi economiciproduttivi; le tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni non raffigurano più soltanto settori dell’economia ma la base stessa degli odierni sistemi economici. i fenomeni della new economy e del web economy stanno vivendo una crescita tale da incidere su tutti i settori del tessuto economico, compreso quello bancario e finanziario che vive da alcuni anni l’affermarsi sempre più dirompente, nelle abitudini della realtà quotidiana, del servizio di Mobile Payment.

La semplicità nell’accesso al web e l’uso sempre maggiore dei diversificati apparati mobile a disposizione degli utenti (smartphone, tablet, lap-tops, apple-watch) hanno decisamente e profondamente mutato il mondo in cui viviamo e lavoriamo ma, soprattutto, l’attitudine dei consumatori, che non assumono più le vesti di meri destinatari passivi delle molteplici offerte avanzate dai players attivi sul mercato, ma attori multicanali e “iperconnessi” in grado di scegliere la soluzione più idonea volta a soddisfare le proprie esigenze che si sostanziano ormai nella necessità di disporre di adeguati strumenti di pagamento che siano efficienti, sicuri, funzionali, semplici e rapidi. Velocizzare la transizione verso sistemi socio-economici non più orientati all’utilizzo del solo danaro contante – c.d. “cashless society” – appare, dunque, uno step non trascurabile per i Paesi sviluppati come l’italia, per rendere tangibili le nuove opportunità derivanti dalla digitalizzazione e cogliere i vantaggi che ne derivano, quali il più elevato livello di sicurezza delle operazioni, la riduzione dei costi del contante, l’emersione del sommerso e la maggiore trasparenza.

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In questo scenario, ciò che rende il Mobile Payment più attrattivo per gli utenti dei servizi bancari e finanziari non è soltanto la maggiore convenienza sotto il profilo dei costi ma anche la facilità di accesso alla rete, di utilizzazione del servizio stesso nonché le modalità più semplici e immediate con cui si realizza l’intera operazione; i consumatori sono sempre più affasciati dall’idea di poter pagare ovunque e in qualsiasi momento.

Dette trasformazioni impongono necessariamente una riflessione sui fattori che favoriscono la diffusione del Mobile Payment, sugli effetti e le criticità che le nuove, e più avanzate, forme di pagamento hanno prodotto sulle dinamiche del mercato nonché la cornice istituzionale di riferimento.

L’evoluzione dei pagamenti elettronici nello scenario europeo: il c.d. “Payment Legislative Package” la velocità che ha contraddistinto le transazioni commerciali a livello transfrontaliero e l’aumento dei trasferimenti tramite e-money hanno evidenziato come in alcuni casi l’ambito di applicazione della PsD (Direttiva 2007/64/Ce) risultava ormai superato rispetto all’evoluzione del mercato. Da qui, il sorgere di una situazione di ambiguità e di incertezza giuridica.

L’intento di assicurare al contempo una maggiore tutela della concorrenza, dell’innovazione e della sicurezza nel sistema dei pagamenti ed un’applicazione uniforme dell’assetto normativo all’interno di tutto il territorio dell’unione europea – in linea con la strategia europa 2020 e l’agenda Digitale europea – ha condotto in tempi brevi all’adozione di regole nuove più vicine a quel progresso sociale rispetto al quale i singoli ordinamenti non sono riusciti a stare al passo.

In questo contesto, il 23 dicembre 2015 è stata pubblicata nella gazzetta ufficiale dell’unione europea la Direttiva 2015/2366/ue relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno, nota anche come PsD2 – payment services Directive 2, che ha abrogato la PsD.

In un’ottica pienamente pro concorrenziale volta a favorire la circolazione dell’e-money, la PsD2 si è preoccupata di individuare una soluzione concreta coerente con la digitalizzazione del sistema

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dei pagamenti e, al contempo, di far fronte alle lacune regolamentari riscontrate nel contesto previgente derivanti principalmente dall’applicazione disomogenea della normativa in materia all’interno dei singoli ordinamenti giuridici nazionali.

Quanto alle novità apportate dalla nuova Direttiva sui servizi di pagamento rispetto alla disciplina di cui alla Direttiva PsD, esse hanno riguardato principalmente linnovazione, il nuovo spazio competitivo e la tutela del cliente in qualità di utilizzatore dello strumento di pagamento con lo scopo di favorire lo sviluppo dell’economia europea e garantire alla clientela, ai commercianti e alle imprese di trarre al contempo il massimo vantaggio dal mercato interno e una maggiore fiducia in un mercato dei pagamenti armonizzato.

In particolare, la PsD2 interviene sia attraverso un ampliamento del c.d. “Positive Scope” (vale a dire l’ambito oggettivo di applicazione), mediante la definizione di nuovi servizi di pagamento e la ridefinizione di altri già previsti dalla previgente PsD, sia rimodulando il c.d. “Negative Scope”, ossia il perimetro delle deroghe.

Con riguardo specifico all’ambito oggettivo di applicazione (c.d. “Positive Scope”) si rileva come all’interno del sistema dei pagamenti online si siano insediati i cc.dd. Third Parties Provider (tPP), ossia soggetti diversi dagli intermediari tradizionalmente conosciuti, e nuovi servizi di pagamento quali, ad esempio, il servizio di disposizione di ordini (Payment Initiation Service), il servizio di informazione sui conti (Account Information Service) e il servizio di controllo di disponibilità dei fondi (Fund Checking).

Ulteriori aree di intervento hanno, infine, riguardato l’aggiornamento della disciplina della ripartizione delle responsabilità tra clienti e prestatori dei servizi di pagamento; la maggiore armonizzazione delle procedure autorizzative; la creazione del registro elettronico Centrale dell’autorità Bancaria europea (eBa), la previsione della c.d. “customer strong authentication” e di pratiche di tariffazione omogenee tra i distinti stati Membri dell’unione europea.

Il riconoscimento del ruolo centrale del nuovo sistema dei pagamenti digitali nell’ambito del territorio dell’unione ha indotto il legislatore europeo ad intervenire, non soltanto con l’emanazione della Direttiva PsD2, ma anche mediante l’introduzione nel nuovo regolamento miF.

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Le due misure formano insieme il c.d. “Legislative Payment Package”, il quale si compone di interventi legislativi autonomi tra loro ma accumunati dal medesimo obiettivo finale e spirito, il quale può essere rinvenuto, da un lato, nel riconoscimento del ruolo centrale dei pagamenti digitali nell’ambito del mercato interno delle carte di pagamento e, dall’altro lato, nell’esigenza di incentivare, tramite regolamentazione adeguata, dei pagamenti sicuri, competitivi e innovativi.

Il nuovo regolamento fissa i requisiti tecnici e commerciali uniformi per le operazioni di pagamento tramite carta che siano effettuate in ambito europeo nel caso in cui sia lIssuer (ossia il prestatore di servizi di pagamento che ha emesso la carta con cui il cliente pagatore dispone il pagamento) sia lAcquirer (ossia il prestatore di servizi di pagamento del beneficiario che ha convenzionato l’esercente per accettare le carte) siano situati nell’unione europea.

Per quanto concerne le maggiori novità introdotte dal regolamento MiF, esse possono essere raggruppate in tre specifiche aree di intervento, ossia nuovi modelli, trasparenza e tutela della clientela. Più dettagliatamente, il dispositivo prevede in primo luogo l’applicazione di un tetto (il c.d. “Cap) alle commissioni interbancarie sulle operazioni di pagamento basate su carta di credito e debito.

In via preliminare si ritiene opportuno precisare quanto segue. Con l’espressione “operazioni di pagamento basate su carta si intende qualsiasi servizio basato sull’infrastruttura e le regole commerciali di uno schema di carte di pagamento per effettuare un’operazione di pagamento tramite carta, dispositivi di telecomunicazione, digitali o informatici o software, se il risultato è un’operazione tramite carta di debito o carta di credito. Tra le operazioni di pagamento basate su carta non rientrano le operazioni basate su altri tipi di servizi di pagamento”.

In tal senso, rientrano nel “Positive Scope” del MiF anche quei pagamenti che sono effettuati tramite carte contact-less, Mobile Wallet e Mobile Payment purché avvengano mediante un’operazione di pagamento basata su carta in essi registrata (Mobile Proximity Payment e Mobile Remote Payment).

Quanto al “Negative Scope”, il regolamento non si applica a quegli strumenti di pagamento facenti parte del regime delle esenzioni

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previsto per i cc.dd. “strumenti a spendibilità limitata” (si pensi alle...

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