Fake news e hate speech: la genesi dei linciaggi? Fake news and hate speech: the genesis of lynchings?
Autor | Benedito Cerezzo Pereira Filho, Ederson Rabelo da Cruz e Angelita de Paula |
Ocupação do Autor | Realizou pesquisa pós-doutoral em Direito Processual Civil pela Universidad Complutense de Madrid (UCM), Doutor em Direito pela Universidade Federal do Paraná (UFPR). / Mestre em Direito, Estado e Constituição pela Universidade de Brasília (UnB), ex-secretário adjunto da Clínica de Direitos Humanos da Universidade Federal do Paraná (CDH |
Páginas | 25-42 |
FAKE NEWS E HATE SPEECH:
LA GENESI DEI LINCIAGGI?
FAKE NEWS AND HATE SPEECH:
THE GENESIS OF LYNCHINGS?
Benedito Cerezzo Pereira Filho*1
Ederson Rabelo da Cruz**2
Angelita de Paula***3
Sumário: Introduzione – 1. Fake news – 2. Hate speech – 3. La viralità delle notizie di parte: la
genesi dei linciaggi? – 4. Governance e uso sicuro di internet. Il linciaggio di Fabiane Maria de
Jesus – 5. Conclusione – Riferimenti bibliograci.
INTRODUZIONE
La rivoluzione tecnologica ha reso possibile ciò che non si pensava fosse
possibile: esprimere opinioni e valori, in modo rapido e attraverso mezzi di
comunicazione che raggiungono massicciamente la popolazione. A causa degli
eetti perniciosi che i regimi antidemocratici possono generare, l’ordinamento
giuridico brasiliano ha previsto costituzionalmente che non vi siano restrizioni
alla piena comunicazione e alla libertà di espressione. Inoltre, la Dichiarazione
universale dei diritti dell’uomo (1789), all’articolo 19, aerma che ogni individuo
* Realizou pesquisa pós-doutoral em Direito Processual Civil pela Universidad Complutense de Madrid
(UCM), Doutor em Direito pela Universidade Federal do Paraná (UFPR). Professor da Faculdade de
Direito da Universidade de Brasília – FD/UnB, ministrando aulas na Graduação e Pós-Graduação –
Mestrado e Doutorado. E-mail: benedito.cerezzo@unb.br.
** Mestre em Direito, Estado e Constituição pela Universidade de Brasília (UnB), ex-secretário adjunto
da Clínica de Direitos Humanos da Universidade Federal do Paraná (CDH|UFPR). Docente em nível
médio na modalidade normal (CESF). E-mail: erbcrz@gmail.com.
*** Especializanda em Educação Digital pela Universidade do Estado da Bahia (UNEB) e em Mídias Inte-
gradas na Educação pelo Instituto Federal de Educação, Ciência e Tecnologia de Santa Catarina (IFSC).
Bacharela e Licenciada em História pela Universidade Federal do Paraná (UFPR) (2012). Licenciada
em Pedagogia (2019), pela mesma instituição. Professora do município de Pinhais no Estado do Paraná.
E-mail: angelitadepaula@gmail.com.
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BENEDITO FILHO, EDERSON DA CRUZ E ANGELITA DE PAULA
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ha diritto alla libertà di opinione e di espressione; questo diritto include la libertà di
avere opinioni senza interferenze e di cercare, ricevere e diondere informazioni
e idee attraverso qualsiasi mezzo di comunicazione. Inoltre, è incontrovertibile
che “tutti hanno il diritto alla libertà di pensiero e di espressione”. Questo diritto
comprende la libertà di cercare, ricevere e diondere informazioni e idee di ogni
genere, senza riguardo alle frontiere, sia oralmente, sia per iscritto, sia a mezzo
stampa, sia sotto forma di arte, sia attraverso qualsiasi mezzo di comunicazione
di sua scelta (ORGANIZAÇÃO DOS ESTADOS AMERICANOS, 1969, art. 13).
Secondo Guilherme Damásio Goulart (2012, p. 146), l’espansione dell’uso
delle nuove tecnologie informatiche si riette in tutti i settori della scienza giuridica.
Si può concludere, dallo studio dell’autore, L’impatto delle nuove tecnologie sui
diritti umani e fondamentali: accesso a Internet e libertà di espressione, che la
riduzione delle distanze causata dal processo di globalizzazione, economica e
culturale, e la diusione di Internet in generale, ha promosso una maggiore rete di
interrelazioni e, copiando il “mondo reale”, la propagazione di contenuti e discorsi,
la protezione dei diritti fondamentali e umani nel suo ambiente è necessaria (p.
153).
Tuttavia, molte volte la libertà di parola viene vista come una pratica
permissiva, che permette e tollera la propagazione di notizie false e la diusione di
discorsi di odio. In questo panorama, tali meccanismi antidemocratici e criminali
generano stigma sociale, incitamento alla violenza e persino alla morte, come
nel caso del linciaggio di Fabiane Maria de Jesus. È quindi necessario arontare
l’uso inappropriato e crudele di questi spazi e promuovere l’impegno politico e
sociale per la trasformazione e la consapevolezza, nonché il monitoraggio delle
informazioni.
1. FAKE NEWS
Fake news, notizie di parte o, più recentemente, notizie false: un termine
straniero nella lingua portoghese. Tutti questi termini non sono nuovi nella storia
dell’umanità. Un’altra espressione che spicca è il termine “verità alternative”, creato
da Kellyanne Conway – consulente dell’ex presidente degli Stati Uniti d’America,
Donald Trump. In ogni caso, è noto che l’idea è nata molto prima dell’avvento
di Internet, cioè trascende lo spazio virtuale. Allo stesso modo, lo storico e
bibliotecario statunitense Robert Darnton (2017) sostiene che l’emergere delle
fake news più ucializzate, da un punto di vista storiograco, avviene intorno al
VI secolo d.C., quando Procopio, uno storico bizantino, scrive l’Anekdota “Storia
segreta”, per distruggere la reputazione dell’imperatore Giustiniano. Vale la pena
di chiarire che, sebbene sia stata tenuta segreta no alla morte dell’imperatore, la
trama è quantomeno discutibile nella sua veridicità. Inoltre, Darnton sottolinea
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